Cittadinanzattiva e la riorganizzazione della rete ospedaliera in Sardegna

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COMUNICATO STAMPA

Cagliari, 23 novembre 2015

Cittadinanzattiva Sardegna ha consegnato, nei giorni scorsi, all’Assessore regionale dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza sociale, dott. Arru, un documento che rappresenta il punto di vista dell’Associazione riguardo alla proposta di riorganizzazione della rete ospedaliera in Sardegna, predisposto in occasione della conferenza pubblica “La rete ospedaliera nella riforma sanitaria regionale”, promossa dall’Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza sociale, Regione Autonoma della Sardegna (Cagliari, 11 novembre 2015).

 

Leggi il Documento "La riorganizzazione ospedaliera in Sardegna".

 

Questo documento è stato realizzato con il contributo delle realtà territoriali della Rete del Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva, in particolare Cagliari, Carbonia-Iglesias, Nuoro, Olbia-Tempio, Oristano e Sassari.

Nel dibattito sulla riorganizzazione dei servizi sanitari, Cittadinanzattiva ha da sempre una posizione di apertura verso ipotesi di riforme incentrate sulla lotta agli sprechi, razionalizzazione delle risorse, innovazione, ma prioritariamente si batte per accesso ai servizi, riduzione e governo delle liste d’attesa, gestione efficace dell’emergenza-urgenza, qualità e sicurezza delle cure, accesso alle informazioni e consenso informato, umanizzazione e lotta al dolore evitabile, sviluppo delle forme di assistenza territoriale, aggregazioni funzionali, case della salute, percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (PDTA).

Questi, in sintesi, i contenuti essenziali dell’analisi di Cittadinanzattiva in Sardegna:

  • Condividiamo la riorganizzazione della rete ospedaliera laddove combatte sprechi e inefficienze, riduce posti letto creati solo per favorire interessi personali e razionalizza servizi e prestazioni, aumentando qualità e sicurezza.
  • Il sistema sanitario regionale in Sardegna è ancora ospedalocentrico e c’è molto da fare per dare risposte fuori dall’ospedale.
  • Nessuna riorganizzazione degli ospedali può avere un impatto positivo in Sardegna, se in concomitanza non avvengono due cose: da una parte il rafforzamento di servizi territoriali e di prossimità, case della salute, ambulatori, hospice, assistenza domiciliare, medicina generale organizzata, residenze sanitarie assistite, strutture post-acuzie, ambulatori infermieristici; dall’altra agevolare la mobilità e i trasporti visti i problemi di viabilità e le distanze da colmare, investendo anche nella telemedicina e teleassistenza, ma soprattutto nell’elisoccorso e nella presenza di ambulanze medicalizzate in luoghi strategici.
  • Bisogna anche considerare che nel periodo estivo alcune zone della Sardegna triplicano la popolazione con necessità di ricoveri soprattutto per traumi.
  • Sarebbe utile fare un censimento degli sprechi evidenti che ci sono, nuovi reparti inaugurati e mai utilizzati, apparecchiature radiologiche acquistate e mai utilizzate, strutture chiuse e inutilizzate.
  • E’ necessario premiare le strutture ospedaliere che pongono attenzione alla qualità e alla sicurezza delle cure, alla prevenzione degli eventi avversi, alla umanizzazione delle cure e al modello dell’Ospedale Aperto.
  • Nessun sistema tiene se non entrano i cittadini nella sua governance. Consulte, comitati, commissioni, forme sistematiche di valutazione civica dei servizi come l’AUDIT CIVICO® promosse nelle aziende nella cornice di un programma regionale, tutte azioni utili per aumentare la trasparenza nelle aziende e prevenire piccole e grandi inefficienze e illegalità, grazie al controllo civico preventivo e diffuso della cittadinanza.

Si allega, per opportuni approfondimenti, il documento integrale consegnato all’Assessore regionale dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale.

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